Alessio, Simona, Andrea, Roberta, Luca... - 19-02-2007
Paolo Bertolani, classe 1931, sin dagli anni Sessanta ha scritto versi di rara bellezza, alternando la sua poesia in lingua con quello che lo renderà famoso a livello nazionale: il dialetto della Serra (piccolo borgo collinare alle spalle di Lerici) che egli per primo aveva consacrato ad una tradizione letteraria. Bertolani era approdato a questa lingua, segreta e domestica allo stesso tempo, dopo un lungo percorso di riflessione artistica, che derivava, in parte, anche dalla assidua frequentazione di grandi personalità letterarie: Attilio Bertolucci, Vittorio Sereni e Mario Soldati.
Anche se ragioni anagrafiche non lo consentirono, Paolo in realtà era un partigiano, lo è stato per tutta la vita, nel significato che Gramsci dava a questa parola: Paolo infatti non stava a guardare dalla finestra, ma sentiva il dovere di parteggiare sempre, e soprattutto odiava l'indifferenza.
Questa è l'eredità che ci lascia il grande poeta e amico, ed è una eredità che riguarda tutti quelli che non vogliono essere insensibili ai destini dell'umanità. A noi di Archivi della Resistenza rimarranno anche i ricordi dei momenti bellissimi passati insieme, gli affetti condivisi, il continuare a coltivare l'idea di un mondo migliore.
Anche se ragioni anagrafiche non lo consentirono, Paolo in realtà era un partigiano, lo è stato per tutta la vita, nel significato che Gramsci dava a questa parola: Paolo infatti non stava a guardare dalla finestra, ma sentiva il dovere di parteggiare sempre, e soprattutto odiava l'indifferenza.
Questa è l'eredità che ci lascia il grande poeta e amico, ed è una eredità che riguarda tutti quelli che non vogliono essere insensibili ai destini dell'umanità. A noi di Archivi della Resistenza rimarranno anche i ricordi dei momenti bellissimi passati insieme, gli affetti condivisi, il continuare a coltivare l'idea di un mondo migliore.